A nord-ovest della Riserva, ai confini tra i territori di Montalbano, Craco e Pisticci, si erge a strapiombo sulla campagna circostante un curioso e spettacolare sperone di roccia, denominato “Tempa Petrolla” (in dialetto P’trodd).
Si tratta di un frammento di successione fliscioide calciclastica disposto in posizione verticale. Si è formato dalla sedimentazione di torbiditi calcaree, in un bacino di mare profondo nell’era Terziaria e si è deformato in seguito all’orogenesi appenninica.
Il frammento roccioso, staccatosi completamente dal suo substrato si è disposto nella posizione attuale fra le argille Plio-Pleistoceniche della Fossa Bradanica nelle ultime fasi deformative della Catena appenninica.
Il sollevamento regionale della Fossa Bradanica, l’emersione dal mare e la successiva erosione dell’area lo hanno portato alla luce.
Sebbene sia nota la motivazione geologica della conformazione di Tempa Petrolla, il luogo è particolarmente suggestivo perché l’enorme sperone roccioso sembra inspiegabilmente uscire dal terreno argilloso, quasi come se si trattasse di un enorme meteorite piombato in questo mare di argilla
La località è stata abitata sin dal neolitico ed ha ospitato un villaggio fortificato fino al Medioevo, a testimonianza della posizione strategica sulle vie di passaggio. Dalla Petrolla, infatti, sono ben visibili il torrione normanno di Craco, il castello svevo di Pisticci, le fortificazioni di Montalbano ed il castello di San Basilio, avamposto lungo la via di penetrazione dal mare verso l'interno.
La Petrolla è sullo spartiacque di due valli, del Cavone e dell'Agri: un punto strategico, ripreso dalla moderna cartografia a far parte della rete geodetica italiana e dalla cui sommità si gode di un suggestivo panorama a 360°