Obiettivi generali
Sebbene negli anni la sensibilità delle comunità verso le questioni ambientali sia notevolmente aumentata, i Circoli della Legambiente riscontrano, nella loro azione quotidiana, ancora una poca attenzione per le questioni legate alla tutela e alla valorizzazione del territorio, al rispetto delle risorse naturali e più in generale alla cultura della legalità in campo ambientale. L’educazione di una comunità che vuole dirsi sostenibile, che vuole svilupparsi nel rispetto dell’ambiente, dal nostro punto di vista, deve necessariamente fondarsi sul senso civico e sul rispetto dei beni comuni. In una recente proposta di legge per la prima volta sono stati riconosciuti come beni comuni, tra gli altri, i fiumi, le foreste e le zone boschive, la fauna selvatica e la flora tutelata, i parchi così come definiti dalla legge, i tratti di costa dichiarati riserva ambientale, il paesaggio, i beni archeologici, culturali, ambientali. La salvaguardia di questo patrimonio non potrà realizzarsi compiutamente finché ogni singolo cittadino e in sua rappresentanza ogni amministrazione territoriale, non si farà carico di operare costantemente nell'ottica dello “Sviluppo Sostenibile”. La creazione di un nuovo senso civico, in cui sia alto il valore del rispetto per l’ambiente e il senso di responsabilità individuale, partendo da una nuova consapevolezza e da una efficace educazione ambientale delle future generazioni, è la premessa imprescindibile per la conservazione della biodiversità e delle risorse naturali in generale. Il progetto proposto va proprio in questa direzione.
Obiettivi specifici
L’attività progettuale vorrà promuovere percorsi di cittadinanza attiva ed educazione alla legalità che, siano in grado di favorire la creazione di un orizzonte condiviso tra le comunità locali e la natura, gli habitat naturali che le accolgono. Si potrà promuovere una maggiore coscienza sociale ed ambientale del “valore” del territorio, in termini di mantenimento della biodiversità e, complessivamente, della sua “qualità”, territorio spesso percepito come marginale e depresso. Se cresce la consapevolezza dell’eccezionale importanza dei beni comuni ambientali, sia come valore in sé da conservare a beneficio delle presenti e future generazioni, sia come base per promuovere uno sviluppo locale sostenibile, si potrà contribuire a creare una coscienza ed una identità forte delle popolazioni basate sull'appartenenza ad un territorio dagli straordinari valori non solo ambientali, ma anche culturali, storici, antropologici; valori “forti” su cui è possibile pertanto innescare dinamiche di sviluppo territoriale.
L’azione progettuale intende, da un lato, rafforzare le attività messe in campo nel precedente Programma, sulla promozione della tutela del territorio, della valorizzazione delle sue peculiarità e della salvaguardia della biodiversità, in particolare ci si riferisce all'Osservatorio della Biodiversità e al gruppo di volontari per la vigilanza ambientale “Sentinelle della Biodiversità", e dall'altro di estendere i temi e le relative azioni alle altre strutture dell’Associazione che operano nei diversi territori della Basilicata.
Le modalità di intervento sono quelle tipiche dell’animazione territoriale, sperimentate dai Circoli nella pratica quotidiana della politica associativa, al fine di rendere “semplici” ed accessibili questi temi alla grande maggioranza dei cittadini. Il coinvolgimento diretto dei cittadini e dei volontari nelle campagne di monitoraggio o vigilanza, e nelle semplici campagne di studio scientifico come può essere quella sull'osservazione dei cicli di fioritura degli alberi o degli Alberi Padri, renderà i cittadini attivi protagonisti dell’azione di tutela.
Il progetto sarà coordinato dal soggetto proponente, il Servizio Vigilanza Ambientale Legambiente Potenza e da un Comitato di Coordinamento composta da un rappresentante per ogni organizzazione che aderisce alla rete. Il Comitato di Coordinamento si incontrerà periodicamente durante la realizzazione del progetto, per monitorare la realizzazione delle varie azioni programmate, per coordinare le attività e la realizzazione dei prodotti finali quali dossier, informative, percorsi, campagne di monitoraggio ecc.
Descrizione dettagliata delle iniziative
Dossier Biodiversità in Basilicata
La Basilicata non solo scrigno di biodiversità ma buona pratica per quanto concerne l’azione di tutela. E’ quanto emerge dal dossier “Biodiversità Basilicata” realizzato dalla rete dei Circoli di Legambiente Montalbano Jonico, Pisticci, Avigliano, Potenza, Val d’Agri e Servizio di vigilanza ambientale Legambiente Potenza nell’ambito del progetto “Volontari naturalmente in rete 2” sostenuto da Fondazione Con il Sud.
Frutto di un lavoro di monitoraggio sul territorio e di una raccolta dati che ha visto il coinvolgimento volontario di diverse figura professionali, da agronomi forestali a geologi, il dossier è stato presentato a Potenza presso ScamBioLoGiCo, l’ex scalo merci della stazione di Potenza Superiore, recuperato e ristrutturato e presto negozio di prodotti sfusi, a chilometro zero e del commercio equo e solidale oltre che luogo di scambio, incontro e formazione.
Oggetto di studio sono state soprattutto le aree protette della Basilicata che, grazie all’evoluzione normativa a livello nazionale, comunitario ed internazionale, dall’inizio degli anni ’90 a oggi sono notevolmente aumentate. Il territorio protetto, infatti, non superava i 3.000 ettari di superficie mentre oggi, tra 2 parchi nazionali e 2 regionali, 8 riserve statali e 7 regionali, risultano 19 aree protette per una superficie pari a 193.507 ettari. Il realtà il territorio lucano a tutela è molto più esteso ed equivale a una superficie di oltre 200.000 ettari, ovvero il 20% dell’intero territorio lucano. Un risultato non certo scontato, raggiunto anche grazie all’azione che le istituzioni locali hanno svolto in questo settore.
In coerenza con la Strategia nazionale per la biodiversità, le azioni della Regione Basilicata hanno portato infatti all’individuazione di 58 siti afferenti a Rete Natura 2000: 20 ZSC (Zone speciali di conservazione), 35 SIC (Siti di interesse comunitario) e 17 ZPS (Zone a protezione speciale). La Basilicata è stata la prima regione italiana dell’area biogeografica mediterranea a dare piena attuazione alla Direttiva Habitat attraverso l’individuazione delle 20 ZSC. L’impegno della Regione Basilicata è andato anche oltre. In particolare, il Programma Rete Natura 2000 (durante il periodo 2008-2012) attraverso un approfondito monitoraggio, ha permesso di mettere in luce elementi di rilievo in termini di diversità biologica arrivando, nel caso degli uccelli, a individuare un numero complessivo di circa 300 specie.
L’analisi ambientale effettuata all’interno di SIC lucani è stata di fondamentale importanza per valutare lo status degli habitat presenti. Grazie a tale azione si è arrivati a definire una presenza sul territorio lucano di ben 61 Habitat di interesse comunitario. Su 27 siti monitorati, 13 tipologie di habitat sono quelli di carattere prioritario, considerati di particolare valore grazie alla presenza di specie rare: in tutta Europa ne sono state individuate 34 tipologie diverse. Gli habitat di “nuova indicazione”, cioè l’insieme di porzioni di bosco, superfici, pascoli e parchi fluviali sui quali insistono specie animali o vegetali che non erano state censite nelle campagne di monitoraggio passate, sono 123. All’interno di questi nuovi habitat sono state individuate 239 nuove specie animali e 2.279 specie tra vegetali e arboree. Nella sola Murgia di San Lorenzo, in Val d’Agri, presa da esempio, sono state indicate specie di uccelli mai censiti prima come il Coracias garrulus e l’Alcedo atthis oppure specie vegetali come la Stipa austroitalica.
“La Basilicata – ha detto alla presentazione Stefano Raimondi, coordinatore Aree protette e biodiversità della Legambiente nazionale – è un piccolo laboratorio, rappresentando su scala locale ciò che avviene nel resto d’Italia sia come ricchezza di biodiversità che come incidenza della legge quadro sulle aree protette e del ruolo di completamento di Rete Natura 200 che hanno portato a una crescita delle aree protette. Ovviamente non basta, occorre sensibilizzare il cittadino e accrescere la consapevolezza, attraverso strumenti divulgativi come il dossier della Legambiente Basilicata”.
Anche l’impegno della Regione Basilicata non si è esaurito. Antonella Logiurato, del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata, ha infatti annunciato che entro l’anno, in continuità con il lavoro di Rete Natura 2000, verrà completata la Rete ecologica di Basilicata per tutti gli ambiti territoriali, per creare collegamenti tra le aree protette tramite corridoi ecologici e aree di connessione. “Tutte le misure – ha detto – devono poi convogliare nella pianificazione di settore per raggiungere gli obiettivi preposti”.
Partner Coinvolti
Servizio Vigilanza Ambientale Legambiente Potenza, Legambiente
Montalbano, Legambiente Val d’agri, Circolo Legambiente Avigliano, Legambiente Circolo Pisticci, Legambiente Circolo di Potenza "Ken Saro Wiwa"