La “Mappa della primavera”, frutto di un sistema di monitoraggio ambientale partecipato, ovvero un sistema di studio e controllo del territorio che coinvolge direttamente la popolazione locale, con attenzione specifica agli aspetti naturalistici, quali il monitoraggio e lo studio della flora del territorio.
L’obiettivo è quello di responsabilizzare la popolazione locale sugli effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità attraverso la creazione di un gruppo di osservazione naturalistica finalizzato a registrare le date di fioritura di diverse specie vegetali. La fioritura, oltre ad essere il più vistoso e affascinante fenomeno che ci segnala puntualmente l’arrivo della primavera, è un’importantissima “prova biologica” del clima e dei suoi effetti sulle piante.
Chiunque interessato, sia esso singolo cittadino, istituzione, ente, associazione o scuola, può utilizzare la guida delle specie erboree presenti in regione tra le quali potrà scegliere quella più facile da monitorare. Sul sito è possibile scaricare le schede necessarie per il monitoraggio, da compilare ogni mese o ogni 40 giorni e inviare all’indirizzo e mail volontarinrete@legambientebasilicata.it.
Si crea in questo modo uno spazio di “ricerca cooperativa” nel quale in sinergia con i soggetti della rete si mettono in atto strumenti e strategie finalizzate non solo alla tutela dell’habitat ma anche alla valorizzazione delle peculiarità e potenzialità naturalistiche del territorio. L’intento è quello di stimolare una discussione su cosa è necessario fare per migliorare la pianificazione ed attuazione dei programmi di monitoraggio e su quali siano le priorità di azione per assicurare che i risultati del monitoraggio si traducano poi in concrete politiche ed azioni di conservazione.
Contemporaneamente partiranno percorsi di educazione ambientale nelle scuole, in modo da fornire agli studenti le nozioni tecniche basilari per effettuare il monitoraggio e corsi di formazione per il riconoscimento delle specie arboree rivolti a volontari e cittadini, vere e proprie “sentinelle della biodiversità”.