La sobrietà nelle istituzioni può esprimersi in tanti modi. Aumentare la sostenibilità ambientale attraverso una buona e corretta gestione della spesa pubblica è uno di questi. Da cinque anni le Amministrazioni pubbliche italiane sono invitate ad introdurre criteri ambientali e sociali negli appalti pubblici relativi a beni, servizi e opere. Lo prevede il Piano d’Azione per la Sostenibilità Ambientale dei Consumi nel Settore della Pubblica Amministrazione (Piano d’Azione Nazionale per il Green Public Procurement) che il nostro Paese, nel quadro di una specifica politica europea volta a rafforzare l’uso degli appalti pubblici per raggiungere obiettivi strategici di carattere ambientale e sociale, ha approvato con il Decreto Interministeriale n. 135 dell’11 aprile 2008. Ma ad oggi l’amministrazione centrale è ancora in forte ritardo in quanto solo un centinaio di enti territoriali hanno adottato azioni sistematiche di Green Public Procurement. Con il progetto “Ridurre si può” ci proponiamo, pertanto, di incoraggiare le politiche degli acquisti verdi, pratica consistente nella possibilità di inserire criteri di qualificazione ambientale in sede di acquisto di beni e servizi. Attraverso la redazione di un “bando verde” è infatti possibile indirizzare la domanda pubblica verso prodotti, servizi ed opere che riducono e razionalizzano l’uso delle risorse naturali, riducono il consumo energetico e favoriscono l’utilizzano di fonti energetiche rinnovabili, e non da ultimo riducono la produzione di rifiuti. Ad esempio, nella descrizione delle condizioni di esecuzione della prestazione gli enti possono definire clausole contrattuali aventi ad oggetto la protezione dell’ambiente, quali: consegna/imballaggio di merci all'ingrosso anziché per singola unità; recupero o riutilizzo dei materiali di imballaggio e dei prodotti usati da parte del fornitore; consegna di merci in contenitori riutilizzabili; raccolta, ritiro, riciclaggio, riutilizzo da parte del fornitore dei rifiuti prodotti durante o dopo l’uso e il consumo di un prodotto. Uno dei settori strategici sui quali intervenire è rappresentato dalle mense pubbliche: gli Enti Pubblici, le aziende ospedaliere, gli istituti scolastici che finanziano o gestiscono il servizio di somministrazione di pasti per comunità (siano essi lavoratori, pazienti, studenti) possono, con pochi e significativi accorgimenti, contribuire al raggiungimento di importanti obiettivi di natura ambientale, quali la riduzione della produzione in peso ed in volume dei rifiuti e l’accrescimento della raccolta differenziata di tutte le frazioni merceologiche avviabili a recupero. È inoltre auspicabile l’introduzione nelle mense pubbliche di prodotti biologici e provenienti da filiera corta con significativi effetti di riduzione dell’impronta ecologica di tali attività. Con l’invio di una newsletter periodica ci proponiamo di divulgare e trasferire le conoscenze e le esperienze più significative sul tema, nonché di fornire agli altri enti interessati le informazioni e gli strumenti per avviare pratiche di acquisto verdi. Più in generale, la newsletter sarà un prezioso strumento per diffondere tra le amministrazioni pubbliche le amministrazioni pubbliche le buone partiche di riduzione dei rifiuti, come ad esempio quella delle ecofeste, contribuendo ad incentivare la costruzione di una azione sistematica e non occasionale di introduzione dei criteri ecologici nelle forniture pubbliche, in linea con quanto previsto dal Piano d’Azione nazionale per gli acquisti.