In occasione di questa giornata di raccolta verranno fornite informazioni sul corretto smaltimento di queste tipologie di rifiuti e sull'importanza di differenziarli in maniera corretta.
Quando un pneumatico non ha più le caratteristiche indispensabili per una prestazione sicura ed efficiente, neanche attraverso la ricostruzione, diventa “fuori uso", ovvero un rifiuto, e deve essere inviato alla raccolta e recupero. In particolar modo nei periodi dell’anno in cui si effettua il cambio da pneumatici estivi ad invernali e viceversa, assistiamo ad un consistente aumento della presenza di questi rifiuti lungo le nostre strade segno tangibile della cattiva abitudine di disfarsene in modo improprio.Si tratta di una pratica non solo illegale, che quindi rende il cittadino attento passibile di sanzioni, ma anche altamente dannosa per l’ambiente. Al contrario, conferire correttamente questa tipologia di rifiuto presso i gommisti o gli eco-centri autorizzati, consente di avviarlo ad un duplice percorso di recupero: recupero di materiale e di energia. Il pneumatico fuori uso (PFU), grazie alle caratteristiche chimico-fisiche del materiale, si presta, infatti, per l’utilizzo in numerose applicazioni, sotto forma di granulo di varie dimensioni. Inoltre è caratterizzato da un potere calorifico pari a quello del carbone e ciò lo rende una fonte energetica largamente usata in tutto il mondo per soddisfare la domanda di settori industriali altamente “energivori", come cementifici o centrali di produzione di energie/vapore, che lo utilizzano sotto vari formati (intero, ciabatta, cippato). Sulla base di quanto stabilito dal DM 11/04/2011 n° 82, il soggetto responsabile del recupero dei PFU in larga parte è Ecopneus, la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso, creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia.
Proprio in collaborazione con Ecopneus, che in base a quanto appena detto è il soggetto più accreditato, nell’ambito di “Ridurre di può” vogliamo realizzare due giornate, una a Potenza ed una a Montalbano Jonico, in cui sensibilizzare i cittadini sull’importanza di smaltire correttamente questi prodotti a fine vita e su tutte le possibilità di recupero a cui possono essere sottoposti. I due eventi di piazza saranno animati anche da laboratori didattici e da attività ludico creative per veicolare il messaggio in maniera giocosa e creativa anche tra i più piccoli.
SCOPRI I VANTAGGI DELLA GOMMA RICICLATA [ecopneus.it]
Il 13 agosto 2012 è entrata in vigore la direttiva 2012/19/Ue sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), pubblicata sulla Guue n. L 197 del 24 luglio 2012. La nuova direttiva è intesa “a contribuire alla produzione e al consumo sostenibili tramite, in via prioritaria, la prevenzione della produzione di Raee e, inoltre, attraverso il loro riutilizzo, riciclaggio e altre forme di recupero, in modo da ridurre il volume dei rifiuti da smaltire e contribuire all'uso efficiente delle risorse e al recupero di materie prime secondarie di valore”. Del resto la produzione di rifiuti derivanti dal consumo di questi beni è in continuo aumento, basti pensare che è cresciuta a livello europeo sino a tre volte di più rispetto al flusso medio dei rifiuti, a causa della costante diminuzione del ciclo di vita media del prodotto. Questo comporta non soltanto delle responsabilità di gestione ma anche la necessità di fare prevenzione laddove possibile. Pertanto, ritenendo prioritaria la prevenzione della produzione di Raee, come anche la direttiva europea indica, si vuole avviare una campagna d’informazione per affrontare la questione in un’ottica sostenibile per l’ambiente (minore consumo di energia e risorse, minor produzione dirifiuti). Del resto i RAEE, rappresentano una vera miniera preziosa, proprio per il grande quantitativo di metalli che contengono, che possono rappresentare materia prima per la fattura di altri oggetti. Ad esempio, un’apparecchiatura informatica (personal computer, monitor e periferiche annesse) è un insieme complesso di più di 1.000 materiali, alcuni dei quali pericolosi (es. piombo, cadmio, mercurio e cromo), per la massima parte riciclabili. Limitandosi ai principali, in un computer desktop standard si possono individuare (Fonte: Consorzio Ecoqual’It):
• alluminio, ferro, rame, stagno, zinco - pari a circa il 41% del peso e riciclabili in media al 60-90%;
• metalli preziosi (oro, argento, palladio) - pari allo 0,0020% e riciclabili al 99%;
• piombo pari al 5% circa del peso e riciclabile al 4%;
• plastiche in media il 21,5% del peso totale e riciclabili attualmente al 20%;
• silicio pari al 18,5% e riciclabile allo 0,001%. Diventa così importante intercettare e avviare a riciclaggio e poi a corretto smaltimento gli scarti in rapida crescita di questo settore il cui sviluppo è altamente legato all’obsolescenza programmata e tecnologicamente “prematura” dei sistemi operativi dominanti. A tal proposito, strategica è la presenza nel partenariato dell'azienda Ri.plastic s.p.a, che si occupa già del recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici. Grazie a tale collaborazione sarà possibile effettuare una campagna informativa sul corretto smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, ponendo particolare attenzione ai piccoli elettrodomestici (cellulari, carica batterie, lettori mp3 e simili ecc.)molto spesso riposti in cassetti e poi smaltiti in maniera impropria, così da ridurre non solo la produzione di rifiuti ma anche la pericolosità derivante da un cattivo smaltimento. Verranno, inoltre, organizzate giornate di raccolta speciale in cui i cittadini e le scuole potranno confrontarsi con gli esperti dell’azienda, chiarendo i dubbi sul conferimento dei RAEE, e potranno inoltre portare i loro oggetti “fuori uso” perché vengano correttamente avviati a smaltimento.
L’olio usato è un pericoloso rifiuto inquinante. Si tratti di lubrificanti minerali o sintetici per i motori di auto, moto o veicoli industriali o dell’olio vegetale usato in cucina per friggere o per conservare gli alimenti, l’imperativo da seguire per proteggere l’ambiente è lo stesso: una corretta procedura di raccolta e smaltimento, seguita da una possibile rigenerazione che può dare nuova vita a nuovi utilizzi per una risorsa importante. Per garantire che gli oli usati entrino in un ciclo sicuro di raccolta differenziata esistono due consorzi nazionali. Il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU) da 28 anni garantisce in tutta Italia la raccolta e il riutilizzo dell’olio lubrificante usato mentre sugli oli ad uso alimentare ha competenza dal 1998 il Consorzio obbligatorio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti (CONOE), che assicura su tutto il territorio nazionale oltre al trasporto, lo stoccaggio, il trattamento e il recupero della filiera oli e grassi esausti ai fini ambientali a tutela della salute pubblica e per diminuire progressivamente la dispersione, promuove anche iniziative atte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della raccolta e del recupero degli oli e grassi vegetali ed animali usati. Infatti l’olio di frittura usato non è, al contrario di quanto si potrebbe pensare, biodegradabile e organico. Anch’esso, se disperso tramite gli scarichi e le fognature di casa, va ad inquinare l’acqua impedendo ai raggi solari di penetrare causando ingenti danni all’ambiente. Basta anche un solo chilogrammo di olio di frittura esausto per rendere non potabile l’acqua delle falde, arrecando gravi danni anche al funzionamento dei depuratori. L’olio di frittura non può essere poi utilizzato come concime per le piante. Anche in questo caso, oltre a penetrare nel terreno e inquinare le falde, impoverisce il terreno dei microorganismi necessari per la vita delle piante stesse. Per questi motivi anche gli oli usati in cucina devono essere smaltiti in maniera appropriata, raccolti in contenitori opportuni e non gettati semplicemente nei bidoni della raccolta differenziata. La loro raccolta e il loro trattamento al fine del recupero devono essere svolti da aziende specializzate che fanno capo al Consorzio nazionale. E proprio avvalendosi della collaborazione dell’ azienda AlcoItalia presente in regione e aderente al Consorzio nazionale, che si vuole organizzare una campagna informativa itinerante, sul corretto smaltimento di olii vegetali e di raccolta degli stessi nel territorio di riferimento in cui operano i Ceas partner del progetto.
Uno specifico intervento di prevenzione della produzione di rifiuti riguarda le attività finalizzate all'allungamento della durata di vita dei beni e che quindi ne ritardano la prematura dismissione. Per troppo tempo, invece, è prevalso un atteggiamento “usa e getta", dove il bene di consumo, dopo essere stato utilizzato, diventa inutile in poco tempo e viene gettato via come rifiuto, concetto applicato sempre più anche a beni di consumo un tempo considerati durevoli. Uno strumento utile ad allungare il ciclo di vita di alcuni beni ancora in buono stato, ma di cui si decide di disfarsi semplicemente perché passati di moda, o non più corrispondenti ai propri gusti o semplicemente perché non se ne ha più bisogno, è il baratto. Il baratto è generalmente considerato la prima forma storica dello scambio commerciale di beni, e dunque ben anteriore alle forme di scambio monetario. Nel baratto, il valore dei beni oggetto dello scambio viene considerato sostanzialmente equivalente fra le parti, senza ricorrere esplicitamente ad un'unità di misura di valore monetario dei beni stessi. Il valore di equivalenza si raggiunge attraverso la considerazione qualitativa e quantitativa delle merci scambiate, secondo l'accordo delle parti, che talvolta può confidare negli usi, ma più spesso si richiama a fattuali ragioni di mutuo fabbisogno. Inoltre, con quest'azione ci si propone di innescare nuove occasioni di incontro a partire da bisogni o disponibilità concrete e di creare/ricreare un tessuto sociale che si prende cura vicendevolmente e valorizzando tutte le persone. Barattare è divertente, è un modo di trascorrere piacevolmente del tempo con altre persone, facendo girare oggetti e simpatia, senza tralasciare alcuni aspetti fondamentali: fa bene all'ambiente, non si spreca niente e si riduce la produzione di rifiuti, fa bene al portafoglio, perché non si compra nulla, ma si utilizza ciò che già esiste, fa bene alle relazioni, poiché si condivide le proprie cose con altri, in modo ludico, attivo e sensibile. Noi siamo convinti che il primo passo di una raccolta differenziata di rifiuti sia il non confondere i rifiuti con oggetti che rifiuti non sono, ma possono essere ancora utili a qualcuno.I cambiamenti e gli stravolgimenti che sono avvenuti negli ultimi anni all'interno della moderna società dei consumi evidenzia la necessità di rimettere al centro del vivere quotidiano i valori e, soprattutto, gli stili di vita che da secoli hanno caratterizzato la nostra società e il nostro vivere quotidiano. L’artigianato artistico si inserisce in questa profonda trasformazione con originalità ed efficacia perché costituisce il ponte ideale tra l’antico e il moderno, tra la memoria, l’innovazione e la creatività e rappresenta un legame forte tra la valorizzazione del patrimonio culturale e lo sviluppo di una nuova economia, caratterizzata ‘del saper creare’ e ‘del saper produrre’ l’oggetto artistico, e ‘del saper intervenire’ sul bene culturale, coniugate con la creatività e l’innovazione. Infatti, l'idea è di valorizzare e dare nuova vita ad oggetti che hanno perso la loro funzionalità, attraverso il saper fare, la creatività, le competenze degli artigiani e degli artisti designer utilizzando tutti gli strumenti e supporti utili per raggiungere un obiettivo comune: dare una nuova vita a beni destinati a diventare rifiuti. Attraverso il riciclo creativo, un oggetto inutilizzato viene reinventato e trova nuovamente una sua funzione di utilità, con il relooking i vecchi oggetti ritorneranno a vivere e potranno riacquistare valore. Partendo da queste considerazioni, l’intenzione è di realizzare l’allestimento di un “mercatino del riuso”. Gli operatori del Ceas saranno impegnati a selezionare e raccogliere tutti quegli oggetti in disuso, accantonati in garage, magazzini, solai e soffitte, spazi sempre più pieni di oggetti funzionanti e in buono stato ma inutilizzati. La promozione del mercatino avverrà attraverso l’allestimento di stand promozionali. Alcuni degli oggetti raccolti saranno destinati al laboratorio artistico, artigianale e creativo, in cui gli oggetti malconci o non funzionanti, verranno recuperati, rielaborati ed esposti nel mercatino. Il laboratorio accompagnerà tutto il progetto e sarà uno spazio di incontro tra operatori, soci e cittadini, finalizzato alla promozione di una cultura del riciclaggio e del riutilizzo ben conservata nella memoria dei nostri artigiani. Alcune attività del laboratorio verranno svolte in collaborazione con associazioni del territorio impegnate nel settore dell’inclusione sociale.